Loading...

Tag: Berkeley

SkyDeck Europe, Milano: la Call per Startup europee

L’iniziativa per accogliere le nuove Startup sia italiane che europee che vogliono entrare in un percorso d’accelerazione dal respiro globale.

Al via la seconda Call Startup Europee che verranno selezionate per partecipare al programma di accelerazione Berkeley SkyDeck Europe, Milano, il progetto lanciato a dicembre dall’acceleratore dell’Università della California, Berkeley, noto come Berkeley SkyDeck, dall’hub di innovazione italiano Cariplo Factory, e dal gruppo internazionale di real estate, infrastrutture e rigenerazione urbana Lendlease.

Nel particolare, l’obiettivo del programma di accelerazione SkyDeck Europe è quello di accompagnare la crescita di Startup nel triennio di attività, garantendo anche il collegamento con qualificati operatori finanziari in grado di supportare lo sviluppo delle iniziative imprenditoriali attraverso investimenti in equity.

La Call SkyDeck Europe è alla ricerca di soluzioni innovative nei principali settori di mercato quali:

  • agritech;
  • energy;
  • enterprise software;
  • biotech;
  • greentech;
  • blockchain/crypto;
  • astro/aerospace.

Berkeley SkyDeck, Cariplo Factory e Lendlease, poi, procederanno alla valutazione e alle interviste per selezionare fino a un massimo di 12 Startup che avranno la possibilità di confrontarsi con uno dei migliori acceleratori della Silicon Valley e accederanno a un programma di accelerazione di 6 mesi che avrà inizio il 1° novembre.

Il programma prevede un primo trimestre curato dal team di Berkeley SkyDeck e un secondo trimestre curato dal team di Cariplo Factory e che farà leva sull’attivazione delle competenze, dei laboratori e dei network delle università selezionate attraverso il bando promosso da Fondazione Cariplo: Politecnico di Milano, Università degli Studi di Milano, Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Università degli Studi dell’Insubria, Istituto Universitario di Studi Superiori Pavia e Università degli Studi di Bergamo.

Le Startup selezionate per il percorso di accelerazione, inoltre, potranno beneficiare di un investimento di 145 mila euro da parte del fondo privato di investimenti creato da Lendlease e avranno l’opportunità di presentare il proprio progetto a un network di investitori internazionali durante il Demo Day finale.

Per partecipare alla Call Berkeley SkyDeck Europe, Milano, la deadline è fissata entro il 31 agosto 2022, è possibile attraverso la compilazione del form presente al seguente link: https://www.f6s.com/skydeck-batch-15/apply

SkyDeck Europe: il programma di accelerazione alla ricerca di Startup italiane ed europee

L’iniziativa volta alla creazione di un forte ecosistema europeo di imprese innovative.

Al via SkyDeck Europe il programma di accelerazione lanciato dall’acceleratore dell’Università di Berkeley ‘UC Berkeley SkyDeck’, dall’hub di innovazione italiano Cariplo Factory e da Lendlease – il gruppo internazionale di real estate, infrastrutture e rigenerazione urbana.

Nel particolare, l’obiettivo del programma di accelerazione è quello di accompagnare la crescita di Startup nel triennio di attività, garantendo anche il collegamento con qualificati operatori finanziari in grado di supportare lo sviluppo delle iniziative imprenditoriali attraverso investimenti in equity.

Il programma si svolgerà nella prima sede europea di SkyDeck, a Milano, nel contesto di Mind Milano Innovation District, il distretto dell’innovazione nato nel 2018 nell’ex area Expo.
Berkeley SkyDeck, Cariplo Factory e Lendlease, poi, procederanno alla valutazione e alle interviste con le Sartup entro il 30 aprile mentre il programma di accelerazione avrà inizio il 2 maggio.

Nel corso di questo percorso le Startup selezionate avranno la possibilità di confrontarsi con uno dei migliori acceleratori della Silicon Valley, accederanno a un programma di 6 mesi, ai finanziamenti di SkyDeck Europe Fund e avranno anche l’opportunità di presentare il proprio progetto agli investitori durante il Demo Day.

Le Startup, infine, potranno partecipare al Berkeley SkyDeck Global Innovation Showcase.

Per partecipare al programma di accelerazione SkyDeck Europe, la deadline è fissata entro il 28 febbraio 2022, è possibile attraverso la compilazione del form presente al seguente link: https://www.f6s.com/batch-14-berkeley-skydeck

Intel Business Challenge: la tua startup in California con l’edizione 2014 della Competition di Intel

Sono aperte le iscrizioni per partecipare all’edizione 2014 di Intel Business Challenge Competition, il concorso per studenti e laureati (da non oltre 4 anni) di età compresa tra i 18 e i 34 anni, residenti in uno dei Paesi aderenti all’iniziativa: tra questi figura anche l’Italia.

La partecipazione a Intel Business Challenge è aperta a progetti imprenditoriali, presentati individualmente o in team, che abbiano ad oggetto prodotti innovativi, smart technologies e applicazioni interattive web e mobile in uno dei seguenti settori:

1. Healthcare & Medical devices;
2. Energy and Cleantech;
3. People & Society;
4. ICT;
5. Biotechnology;
6. Nanotechnology.

La Competition internazionale si snoda in 3 round, che offrono ai partecipanti opportunità formative, di networking e di visibilità a livello internazionale:

ROUND 1: in questa fase sono aperte le candidature on-line, da effettuare entro il 15 giugno 2014 registrandosi alla piattaforma disponibile a questo link https://www.milestonehero.com/index.php?lang=en. Le domande, in lingua inglese, dovranno essere corredate da Business Model e Elevator Pitch Video. Al termine di questa fase, la Giuria selezionerà i migliori 24 progetti che partecipano all’evento conclusivo del Round 1 il 15 luglio 2014.

ROUND 2: i 24 progetti selezionati al termine del Round 1 dovranno registrarsi entro il 31 luglio 2014 per partecipare alla Finale di Intel Business Challenge Europe, pena l’esclusione dalla Competition.
Scopo della seconda fase è quello di preparare una presentazione multimediale da sottoporre alla giuria dell’evento finale: i 24 team saranno seguiti dagli esperti di Intel con sessioni di mentorship e coaching (on line) fino all’evento finale a livello europeo (Intel Business Challenge Europe Finals). Durante l’evento la giuria sceglierà i 5 migliori progetti che accedono alla terza fase della Competition.

ROUND 3: i 5 team finalisti saranno seguiti in un percorso di coaching e mentoring tramite la piattaforma on line e con una settimana intensiva face to face, in vista dell’evento finale Intel Global Challenge. I vincitori della finale mondiale avranno diritto ad una settimana di accelerazione in Silicon Valley e a vivere un’esperienza formativa e di networking a Stanford e Berkeley, che terminerà con un evento di rilevanza internazionale in California.

Per maggiori informazioni:

– Il sito internet dedicato all’iniziativa è disponibile qui: http://www.intelchallenge.eu/
– La timeline è disponibile qui: http://www.intelchallenge.eu/Page/View/5/Process
– Qui, i documenti, il Regolamento e i template per partecipare: http://www.intelchallenge.eu/Page/View/6/Resources

Napoli, 21/05/2014

Processi di innovazione e metodologia Lean: analogie e differenze tra startup e impresa dal blog di Steve Blank

Henry Chesbrough è noto come il padre della Open Innovation, autore dell’omonimo libro e di altri testi come Open Business e Open Services Innovation. Chesbrough è direttore del Garwood Center for Corporate Innovation dell’Università di Berkeley, dove insegna Corporate Innovation assieme a Steve Blank.

E’ proprio il blog di Steve Blank ad ospitare un interessante contributo di Chesbrough, che offre una serie di spunti di riflessione al lettore partendo da alcuni concetti di base del pensiero di Blank sulle differenze tra startup e impresa e su come l’innovazione sia un processo diverso, a seconda che nasca in un startup o in un’impresa già avviata.

Il punto di partenza delle riflessioni di Chesbrough è proprio la definizione di startup data da Steve Blank: una startup è un’organizzazione temporanea in cerca di un modello di business scalabile e ripetibile. Un’impresa, al contrario, è un’organizzazione permanente, progettata per eseguire un modello di business scalabile e ripetibile. In queste definizioni, secondo Chesbrough, c’è un’intuizione molto importante che riguarda in particolare le imprese già esistenti, che decidono di innovare il proprio modello di business: i processi aziendali già ottimizzati ed in esecuzione interferiscono con i processi di ricerca necessari all’innovazione e alla scoperta di nuovi modelli di business.

Questo aspetto ha grosse implicazioni sulla decisione di intraprendere o meno un percorso di innovazione all’interno di un’impresa già esistente: il contesto dell’innovazione nel business model per un’impresa già esistente è totalmente diverso dal contesto dell’innovazione per una startup.
Le aziende già avviate possono comunque contare su un punto di forza importante quando decidono di innovare: hanno accesso a risorse e capacità che le startup non hanno a disposizione, in termini di cash flow, di brand, di rapporti con i fornitori, di distribuzione, ecc. La cattiva notizia, però, è che tutte queste attività sono regolate su misura per il modello di business esistente, e non aiutano nella ricerca di un modello di business nuovo: ecco che dei punti di forza dell’azienda si trasformano in un ostacolo ai processi innovativi, diminuendo la propensione al rischio.

Ma le differenze tra l’innovazione per una startup e quella per un’azienda già esistente, secondo Chesbrough, non finiscono qui: quando un’impresa avviata cerca di innovare trovando un nuovo modello di business ripetibile e scalabile deve condurre una lotta su due fronti. Una startup deve lavorare duro per ore ed ore, facendo molti pivot, per trovare il product-market fit e convalidare il MVP e, infine articolare tutto ciò in un business model ripetibile e scalabile. Un’azienda avviata che decide di innovare, oltre a fare tutto questo, deve tenersi pronta ad affrontare e sostenere i conflitti che il processo di ricerca ed innovazione potrà causare all’interno dell’organizzazione (richiesta di permessi e autorizzazioni, assegnazione di risorse, gestione della bassa propensione al rischio, ecc).

Quindi, un’azienda avviata che decide di innovare il proprio business model deve lavorare sia sul mercato esterno (come una startup) sia su eventuali conflitti interni: per fare un esempio, Chesbrough ricorre al caso Xerox.

Xerox ha lanciato nel 1989 il fondo XTV (Xerox Technology Ventures), che nel giro di sette anni è cresciuto dai 30 milioni di dollari iniziali ai 200 milioni di dollari e ha lanciato aziende di successo come Documentum e Document Sciences ottenendo ottimi rientri di capitale. Nonostante il successo ottenuto sul mercato, nel 1996 Xerox ha deciso di chiudere il fondo XTV: il successo ottenuto dalle aziende lanciate grazie al fondo infatti, aveva portato forti insoddisfazioni all’interno della Xerox.

Chesbrough sostiene che l’esempio Xerox serve a comprendere un altro punto fondamentale riguardo al processo di innovazione in un’impresa già avviata: c’è sempre bisogno di avere il supporto interno per innovare, e in alcuni casi per ottenere e mantenere tale supporto è possibile servirsi di un pivot.
Ad esempio, per affrontare la “guerra su due fronti”, i manager che si occupano del processo di innovazione possono decidere inizialmente di fare un pivot concentrandosi esclusivamente su nuovi clienti, e lasciano la clientela già consolidata al reparto vendite già esistente.

Le conclusioni cui giunge l’analisi di Chesbrough suggeriscono a quest’ultimo l’importanza di progettare e preparare l’organizzazione interna dell’azienda in modo tale da essere in grado di offrire e mantenere il supporto interno per le iniziative di innovazione che l’impresa deciderà di mettere in atto nel corso del tempo. In caso contrario, l’innovazione rischia di diventare davvero difficile da portare avanti, soprattutto una volta svanito l’entusiasmo iniziale.
Inoltre, un’azienda che non riesce a dotarsi di una struttura flessibile e adatta a sostenere i cambiamenti e le innovazioni rischia di andare incontro a grosse difficoltà.

Tutto ciò, secondo Chesbrough, porta ad un’ulteriore modifica ad uno dei concetti base della metodologia Lean Startup: Get Upstairs in the Building. Significa che è fondamentale per avviare processi di innovazione dotare l’impresa di una forte struttura di sostegno interno, per poter poi tentare la scalata al successo sul mercato esterno. Per avere una struttura interna di questo tipo, occorre che chi prende le decisioni abbia una buona propensione al rischio, occorre avere un’organizzazione dei processi aziendali tale da mettere al riparo le attività in esecuzione già esistenti quando ci si adopera per processi di ricerca e innovazione: quindi, occorre “salire al piano superiore dell’edificio”, per poter riuscire costruire questa struttura interna di sostegno.

Per leggere il post originale dal blog di Steve Blank: http://steveblank.com/2014/03/26/why-internal-ventures-are-different-from-external-startups/

Napoli, 08/04/2014