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Il Blog del CSI

Differenza tra Big Companies e Startup: il pensiero di Steve Blank

Steve Blank è ad oggi uno dei massimi esperti al mondo in materia di startup: da sempre impegnato nella creazione di nuove imprese, approda nella Silicon Valley nel 1978. Docente universitario, co-autore insieme a bob Dorf del libro The Startup Owner’s Manual, ma soprattutto imprenditore seriale che vuole mettere a disposizione degli aspiranti imprenditori le esperienze e le consapevolezze di una vita nel mondo delle startup.
In questo articolo, analizziamo il pensiero di Blank sulle differenze nell’approccio all’innovazione tra startup e grandi aziende affermate, prendendo spunto dall’intervista pubblicata sul blog di Ron Ashkenas della Harvard Business Review lo scorso febbraio.

Il punto di partenza è la lista delle 50 aziende più innovative al mondo del 2013 pubblicata da Fast Company, nella quale salta subito all’occhio come la grande maggioranza delle posizioni sia ricoperta da grandi nomi dell’innovazione (tra cui Google, Apple e Microsoft) e piccole aziende in fase di startup, mentre sono quasi assenti le grandi aziende già affermate.
Secondo Blank la motivazione della scarsità di investimenti in innovazione da parte delle grandi aziende e, al contrario, la grossa spinta in tal senso delle startup è da ricercarsi in tre ragioni:

– Le aziende affermate hanno la tendenza a perseguire il business model esistente, per assicurarsi che funzioni bene e continui a soddisfare i clienti. Il fulcro dell’attività di una startup, al contrario, è proprio quello di ricercare un business model praticabile che riesca a bilianciare le esigenze della clientela con un’offerta che possa portare un vantaggio competitivo all’azienda. L’innovazione è, secondo Blank, la ricerca che la startup effettua per trasformare la propria idea in un prodotto che il cliente voglia acquistare.

– Tale processo di ricerca della startup è quindi finalizzato ad un business model sostenibile. Ciò significa che la startup non può semplicemente seguire un business plan predefinito, ma deve bilanciare continuamente la necessità di programmare e preordinare la propria attività con una sperimentazione continua di nuovi prodotti, metodi e strategie, per trovare la formula che soddisfi al meglio i propri clienti. Naturalmente si tratta di un processo rischioso, che le grandi aziende già affermate non sempre hanno interesse ad intraprendere, pur avendo sicuramente più risorse per affrontare il rischio di fallimento rispetto alle startup. Secondo Blank la soluzione sarebbe quella in cui le grandi imprese investano in un portafoglio variegato di startup, per garantire l’innovazione e allo stesso tempo ridurre il rischio dei propri investimenti.

– L’ultimo aspetto che Blank mette in risalto riguarda le persone coinvolte nel processo di innovazione: i migliori innovatori sono quelli che non hanno paura del fallimento, che sono disposti ad affrontare i rischi, ma spesso sono anche quelli più ribelli ed insofferenti all’autorità. Questi aspetti rendono gli innovatori difficili da gestire per le grandi aziende, che preferiscono in molti casi affidare le proprie attività a manager meno propensi al rischio e all’innovazione, che svolgono il proprio compito mantenendosi su risultati standard, ma sicuramente più facili da gestire.

In conclusione, secondo Blank la fase di avvio di una startup richiede sicuramente un approccio molto differente da quello tipico di gestione di un’azienda già affermata, e chiunque si affacci al mondo dell’imprenditoria deve tenere in considerazione tali differenze.

Per saperne di più su Steve Blank: http://steveblank.com/

Napoli, 11/04/2013

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