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Il Blog del CSI

Costruire il miglior MVP per una startup: alcuni consigli utili per i founder

Rahul Varshneya è co-founder di Arkenea LLC, una società di consulenza specializzata in aziende che si occupano di prodotti ed app mobile: di recente, il portale Entrepreneur ha pubblicato un suo articolo dedicato ad una tematica di importanza molto rilevante per le startup. L’articolo di Varshneya è infatti dedicato alle caratteristiche fondamentali di un perfetto MVP, che spesso rappresentano delle vere e proprie sfumature, a volte molto sottili, che il team di una startup deve imparare a riconoscere.

MVP

Un MVP rappresenta il prodotto con il maggiori tasso di ritorno degli investimenti rispetto al rischio. Esso può assumere differenti livelli di complessità e avere una quantità più o meno numerosa delle caratteristiche finali previste per il prodotto: si può avere un MVP tale da poter avere il prodotto finale nel giro di poche settimane, così come si può avere un MVP consistente in una semplice landing page.

Non esiste un MVP predefinito che vada bene per qualsiasi startup: dipende da una serie di fattori, tra cui il settore di riferimento, il problema che ci si propone di risolvere, la concorrenza già esistente e potenziale. Ma è possibile, secondo l’autore, identificare alcuni concetti di base sul MVP per selezionarne le caratteristiche fondamentali.

1) Distinguere tra “must have” e “nice to have”

La regola di base per le fasi iniziali di sviluppo di qualsiasi prodotto è capire il “core value” che si sta offrendo. Essere in grado di separare le caratteristiche “must have” da quegli orpelli che Varshneya definisce “campanelli e fischietti” aiuterà la startup ad arrivare sul mercato e convalidare le ipotesi con un investimento decisamente più basso.

La prima versione di un prodotto dovrebbe concentrarsi esclusivamente sul core value, ma ciò non significa che non debba essere sviluppata in modo accurato: anche se un’app deve possedere soltanto un paio di features, queste devono essere progettate e sviluppate nel migliore dei modi possibili.

La maggior parte dei founder crede che un MVP sia un prodotto incompleto, mentre è essenziale che le caratteristiche (seppur limitate) che si offrono al cliente siano sviluppate al meglio e nell’ottica di facilitare e rendere piacevole la customer experience.

In breve, un MVP non è una landing page, non è un mock-up, non è un prototipo: un MVP è un prodotto vero e proprio.

2) Indirizzare il MVP ad un solo segmento di mercato

Un MVP deve essere progettato in maniera tale da contenere le caratteristiche e funzionalità che servono al nostro cliente target. Naturalmente, il prodotto finale può essere adatto a differenti segmenti di mercato, ma per il lancio di un MVP è molto più prudente concentrarsi su un segmento di mercato unico, specifico, ben delineato.

Quando si sviluppa un MVP occorre impegnarsi nella creazione di un prodotto economicamente sostenibile, in grado di risolvere il problema degli early adopters: il passo successivo alla costruzione del MVP è infatti l’identificazione e il raggiungimento degli early adopters della startup, in modo tale da poter iniziare a raccogliere i feedback.

Spesso raggiungere gli early adopters è un compito impegnativo per una startup, ma concentrarsi su uno specifico segmento di clientela è un buon modo per iniziare. Inoltre, risolvere il problema specifico dei primi clienti è il modo migliore per cercare il product/market fit: i passi successivi sono quelli di scale-up e commercializzazione.

3) Riconoscere la differenza tra un mercato servito e uno non sfruttato

Non sempre è possibile lanciare un prodotto su un mercato nuovo e non sfruttato: il vostro prodotto può essere semplicemente migliore di quelli già esistenti. Ma se esiste già della concorrenza, è necessario riuscire a costruire una soluzione migliore di quelle che sono sul mercato.

In uno scenario del genere, quindi, un MVP potrebbe essere concepito come “meno” di un prodotto concorrente già sul mercato: ma è un errore concentrarsi sul “meno”. Il MVP di una startup non deve avere meno caratteristiche e funzioni, deve piuttosto concentrarsi sulla customer experience offerta al cliente e sulle caratteristiche “must have” del prodotto.

Naturalmente il MVP di un mercato concorrenziale è differente da quello di un mercato nuovo e non sfruttato: occorre quindi raccogliere più informazioni possibili sul mercato di riferimento, sui concorrenti, sulla clientela e sui suoi bisogni.

Proprio su questo punto, Varshneya conclude il suo articolo con un consiglio agli startupper: non esistono caratteristiche “preconfezionate” adatte a qualsiasi MVP. Bisogna sempre agire con giudizio, basando le proprie scelte sulle informazioni raccolte riguardo lo scenario esistente.

Per leggere il post originale: http://www.entrepreneur.com/article/247685

Napoli, 04/11/2015

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