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Categoria: News

Paqos, startup insediata al CSI, partecipa a InnovAction Camp 2013

Pasquale Simonetti è il founder di Paqos s.r.l., una delle società attualmente inserite nel processo di incubazione del CSI – Incubatore Napoli Est con il progetto ItDoes: la piattaforma nasce allo scopo di offrire un servizio che coinvolga una comunità di persone a condividere specifiche esigenze e a collaborare per risolverle.

Pasquale ha superato le selezioni e da oggi fino al 12 luglio parteciperà all’edizione 2013 di InnovAction Camp: si tratta del percorso formativo ideato da InnovAction Lab che si svolge in una ex base NATO immersa in un bosco riserva naturale del Lazio.

Il programma garantisce ai 20 partecipanti selezionati la possibilità di incontrarsi e condividere un’esperienza formativa fatta di coworking, seminari, pitch session per poter affinare la propria business idea in un progetto da presentare ad un panel di investitori.

Un’ottima occasione di crescita e formazione per aspiranti startuppers e innovatori, riservata solo a pochi partecipanti: complimenti e in bocca al lupo a Paqos!

  • Per saperne di più su Paqos s.r.l. e sul progetto ItDoes, qui il link nel nostro Portfolio.
  • Per saperne di più su InnovAction Camp, qui la pagina con le informazioni e il programma.

Napoli, 08/07/2013

Il network europeo sul mondo delle startup: nasce Accelerator Assembly

L’Unione Europea punta molto sul mondo delle startup, in particolare su quelle del settore web, per accrescere il tessuto imprenditoriale e migliorare la situazione occupazionale nei territori degli Stati Membri: l’ultimo progetto sul tema è Accelerator Assembly.

Accelerator Assembly è un’iniziativa della Commissione Europea che rientra nella Startup Europe Initiative dedicata al sostegno alla nuova imprenditorialità in ambito comunitario.

Tra i progetti della Startup Initiative messi in atto dalla Commissione, ricordiamo Tech All Stars e The Leaders Club (di cui abbiamo parlato in precedenza nel nostro blog, potete trovare i link di riferimento alla fine di questo post)

Si tratta di un network che riunisce 20 tra i programmi di accelerazione più importanti d’Europa, mettendoli in contatto con imprenditori ed esponenti della politica: lo scopo infatti è quello di far incontrare i soggetti coinvolti per favorire la comunicazione, dar sostegno alle startup del settore web e stabilire un quadro di riferimento condiviso per il futuro delle startup in Europa.

L’iniziativa prevede la creazione di una community on line, attraverso la quale gli acceleratori ed incubatori del network potranno condividere le best practices e i programmi di insegnamento, raccogliere ricerche e test, organizzare eventi e workshop per far incontrare i partecipanti della community e contemporaneamente accrescere la conoscenza del fenomeno startup e dell’accelerazione ed incubazione d’impresa nell’intero territorio comunitario.

Tra gli acceleratori e incubatori coinvolti, al momento i nomi più importanti sono SeedCamp, TechStars, SeedDB, Bethnal Green Ventures, Nesta, How To Web e Startup Weekend, mentre tra gli sponsor spicca il nome di Microsoft.
L’Italia è attualmente rappresentata da H-Farm.

Per maggiori informazioni, il sito web di Accelerator Assembly è disponibile a questo link.

  • Qui, il nostro post su The Leaders Club
  • Qui, il nostro post su Tech All Stars

Napoli, 08 luglio 2013

 

L’agenda dei prossimi eventi a Napoli e dintorni

Anche questa settimana facciamo un riepilogo degli eventi più interessanti in programma per startupper, innovatori ed imprenditori partenopei.

Come già segnalato, martedì 9 luglio il Palazzo PICO di Via Terracina a Napoli ospita un’intera giornata (a partire dalle 9:30) dedicata al tema “La Campania e le reti di imprese. Strategie, Normativa, Casi di successo”.
Ricordiamo che i posti sono limitati e per partecipare è necessario registrarsi entro l’8 luglio: qui il nostro post con maggiori informazioni, dettagli e link di riferimento.

La location di Palazzo PICO ospita inoltre giovedì 11 luglio un INFODAY, giornata informativa organizzata dalla Regione Campania e ANEA (Agenzia Napoletana Energia e Ambiente) in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente dedicata all’approfondimento del Bando di Finanziamento Europeo Eco-innovation 2013.
L’iniziativa europea Eco-Innovation ha infatti in programma una nuova call con scadenza il 5 settembre 2013, della quale avevamo parlato in questo post.
Per partecipare all’Infoday, durante il quale gli esperti del Ministero dell’Ambiente spiegheranno tutti i dettagli del bando, è necessario registrarsi a questo link. La partecipazione è gratuita.

Ricordiamo infine che venerdi 12 luglio la sede di Portici del Centro ENEA ospiterà il Coaching Day “Access to Finance” (qui il nostro approfondimento): le candidature per la partecipazione all’evento sono aperte fino all’8 luglio 2013.

Napoli, 05/07/2013

La crescita dell’e-commerce e i pagamenti contactless: nuove opportunità di crescita per le startup?

Recentemente il Gruppo Dada ha commissionato ad ePages la realizzazione di un’indagine sul settore dell’e-commerce in Italia: il fenomeno è stato analizzato sulla base di un campione di 1.100 siti di e-commerce di aziende italiane.

I risultati dell’indagine sono assolutamente positivi: il settore del commercio elettronico sta infatti attraversando un trend di forte crescita a livello globale e l’Italia non è da meno, con un numero sempre crescente (+ 55% nell’ultimo biennio) di aziende che hanno deciso di dotarsi di uno shop on line allo scopo di ampliare il numero di potenziali clienti raggiunti a fronte di costi contenuti. Il fenomeno è sicuramente da collegare alla crescente pervasività di smartphone e tablet, ed è di grande interesse per PMI e startup che decidono di affacciarsi al mercato.

Andando ad analizzare più da vicino i numeri, gli ordini e-commerce in Italia hanno avuto una crescita nell’ultimo anno pari a + 144%, con vantaggi per le aziende coinvolte visibili nell’immediato: queste ultime hanno infatti segnalato un incremento annuo delle entrate pari a + 161%, mentre gli ordini sono cresciuti fino a raggiungere + 57%.

Riguardo alla distribuzione geografica, il 25% delle aziende dotate di uno shop on line ha sede in Lombardia, seguita dal Lazio (16%): in notevole ritardo le aziende dislocate nelle Regioni del Sud Italia.
Dal punto di vista dei settori trainanti, invece, il podio è occupato da Fashion, Tecnologia e Food.

Di grande importanza anche il ruolo assunto dai social media nel fenomeno e-commerce: ben 81 aziende su 100 hanno un pulsante Twitter sulla pagina del proprio sito dedicata allo shop on line, in sorprendente calo invece il pulsante Facebook, presente nel 46% dei casi.

Un problema riscontrato dall’indagine del Gruppo Dada riguarda la fiducia nel sistema dei pagamenti: nonostante l’ampio raggio di possibilità offerte dall’e-commerce (prepagate, carte di credito, Paypal) in Italia ancora 1 pagamento su 3 viene effettuato offline, e di questi ben il 59% è in contanti.

Insomma, permane tra gli italiani una forte sfiducia nei sistemi di pagamento elettronici: questo aspetto sembra particolarmente controcorrente rispetto alla notizia i questi giorni riguardo la crescente diffusione dei sistemi di pagamento wireless evidenziata da Visa.

Secondo il capo del mobile business di Visa Sandra Alzetta, infatti, “Entro il 2020 metà del nostro volume d’affari in Europa sarà generato dai cellulari”: è proprio per questo che Visa si sta adoperando a stringere accordi di partnership con i più importanti protagonisti dell’industria Mobile.

Il fenomeno nasce anche questa volta dalla crescente diffusione degli smartphone: potrebbe trattarsi di un’interessante prospettiva di mercato per aziende e startup che lavorano con la tecnologia NFC (Near-field communication), che sarà indispensabile per rendere compatibili gli smartphone con i nuovi sistemi di pagamento in mobilità.

Fonte: ITespresso.it

Napoli, 05 luglio 2013

Consigli alle startup: come lanciare un nuovo prodotto

Il post di oggi è l’adattamento di un interessante articolo pubblicato su Smashing Magazine da Nathan Barry, founder di ConvertKit, un’applicazione per il marketing via e-mail ed autore di libri come “The App Design Handbook” e “Designing Web Applications”.

L’argomento trattato è il lancio di un nuovo prodotto, un momento fondamentale per le startup che spesso può essere scoraggiante e difficile da affrontare e, soprattutto, che se gestito male può portare al fallimento del progetto: il post di Barry è una vera e propria guida pratica sull’argomento, con consigli dettagliati e precisi, adattabili a tutti i tipi di prodotto, che vengono dalla sua esperienza personale.

1) Si parte da zero

Naturalmente, la prima cosa di cui avete bisogno è un prodotto da lanciare, o per meglio dire un’idea del prodotto che lancerete sul mercato. Il punto di partenza di Barry è che le strategie di marketing devono partire quando il prodotto è ancora in fase di sviluppo, o addirittura prima: iniziare la commercializzazione quando il prodotto è ormai pronto è quasi sempre una pessima idea.

Il consiglio di Barry è definire un prodotto, con un nome anche provvisorio, per poter individuare da subito il target di riferimento e mettere su un piano di marketing.

Il secondo passo di questa prima fase è definire le proprie competenze e comunicarle chiaramente ai potenziali clienti: lo strumento più adatto secondo Barry è un blog.

Terzo passo fondamentale: fare un inventario, che raccolga gli strumenti ma soprattutto le persone su cui si può contare e a cui è possibile comunicare l’idea di prodotto a cui stiamo lavorando. Barry elenca a riguardo i lettori del blog, i followers e contatti sui social network, le community di cui facciamo parte.

2) Iniziare ad insegnare

Nel suo articolo, Barry racconta la storia del suo amico Chris: costui aveva le sue stesse competenze come web designer, ma a differenza di Barry decide a un certo punto di scrivere un blog in cui metteva a disposizione le proprie competenze con lezioni on line e tutorial sull’argomento.
Quando Chris decide di lanciare un progetto su Kickstarter, offre in cambio delle donazioni l’accesso gratuito a una serie di tutorial sul programma che stava ridisegnando. Il suo obiettivo era raccogliere 3.500 dollari: alla chiusura del progetto, ne aveva raccolti quasi 90.000!

Barry spiega questo risultato nel modo seguente: il successo di Chris non era dipeso certamente dalle sue competenze, che erano le stesse a disposizione di Barry, ma dal fatto che tutte le persone che avevano beneficiato degli insegnamenti di Chris erano ansiosi di ripagarlo, e l’avevano dimostrato alla prima occasione.

L’insegnamento delle proprie competenze è secondo Barry il modo migliore per convincere la gente a prestare attenzione a te e al tuo prodotto, senza spendere soldi in pubblicità. Diffondendo le informazioni utili, si attirano i potenziali clienti, li si convince a fidarsi di te e, quando arriva il momento di chiedere loro un acquisto, per queste persone sarai diventato un consulente di fiducia, non una società tra le tante che vende qualcosa su Internet.

3) Annuncia il tuo prodotto

La terza fase da seguire per il lancio del prodotto parte dalla creazione di una landing page: bisogna adoperarsi in tal senso quando il prodotto è ancora in fase di sviluppo, basta avere un nome e un’idea.

L’elemento più importante da inserire nella landing page è, secondo Barry, il form per inserire il proprio indirizzo e-mail nella newsletter: è questo l’unico modo per essere certi di poter restare in contatto con i potenziali clienti.

Una volta che la landing page è on line, bisogna iniziare a condividerla e promuoverla: si passa al punto n. 4.

4) I post sul blog

Il modo migliore di diffondere la landing page è, secondo Barry, scrivere dei post a contenuto didattico ed informativo cercando di inserire sempre un riferimento al prodotto che si sta per lanciare. L’unica regola da ricordare è che quei post hanno sempre e comunque lo scopo di insegnare, non quello di vendere il prodotto.
Alla fine di ogni post bisogna sempre inserire il form per iscriversi alla newsletter, in modo tale da ampliare il bacino dei potenziali clienti.

Barry sostiene che il numero perfetto per incuriosire il lettore e spingerlo a lasciare il proprio indirizzo e-mail è di tre post: se ce ne vogliono di più probabilmente i post non sono abbastanza ricchi di contenuto.

5) Stay in touch

Bisogna restare in costante contatto con gli iscritti alla mailing list: se li si trascura, è probabile che si dimenticheranno del prodotto.
Barry raccomanda di fare molta attenzione a questo aspetto, definendo la sua mailing list (che conta oltre 7.000 contatti) il suo bene più prezioso.

6) La sequenza di lancio

Ciò che è stato detto finora è precedente al momento del lancio: Barry passa a questo punto a spiegare cosa fare nel momento in cui si è pronti a mettere il prodotto sul mercato.

Bisogna seguire una sequenza ben precisa: comunicare agli iscritti della mailing list tutti i dettagli del lancio, facendo in modo che siano tutti a conoscenza del momento in cui il prodotto sarà in vendita.
Barry spiega che è molto importante che i potenziali acquirenti siano ben informati, per evitare che siano impreparati al momento dell’effettivo acquisto (potrebbero rimandarlo, o addirittura rinunciarvi).

Riguardo ai contenuti delle ultime mail, Barry sostiene l’importanza di comunicare con i potenziali clienti con un tono amichevole, come se stessimo dando un consiglio ad un amico.

7) Il giorno del lancio

Ultimo consiglio di Barry: inviare una mail per comunicare che il prodotto è sul mercato ed è finalmente possibile acquistarlo. Basta un messaggio semplice e diretto, per arrivare allo scopo finale: far visitare agli iscritti la sales page del sito.

Infine, Barry consiglia di prendersi un po’ di tempo per contattare tutti coloro che hanno reso possibile il lancio del prodotto e ringraziarli dell’aiuto.

E adesso che il prodotto è sul mercato? Ecco l’ultimo consiglio di Barry: “Then, take a break from the computer. You’ll need it.”

Napoli, 04 luglio 2013

Steve Blank: le sei tipologie di startup

In un articolo comparso recentemente su The Accelerators, il blog sulle startup del Wall Street JournalSteve Blank spiega come non tutte le startup sono uguali: esistono almeno sei tipologie differenti di startup, e per ciascuna di esse ci sono caratteristiche peculiari di cui tener conto.

Secondo Blank, infatti, le tipologie di startup sono: lifestyle, di piccole dimensioni, scalabile, acquisibile, sociale e all’interno di una grande azienda. I fondatori di queste aziende sono tutti imprenditori, ma ci sono differenze significative tra le persone da coinvolgere, gli strumenti di finanziamento e le strategie da mettere in pratica. Se non si tengono presenti queste differenze, scrive Blank, è probabile che si vadano ad abbassare le probabilità di successo della startup.

Nel suo articolo, Blank analizza uno alla volta le sei tipologie, partendo con quella che definisce Lifestyle Startups: Work to Live Their Passion. Gli imprenditori lifestyle sono paragonati ai surfisti californiani, che danno lezioni di surf per pagare le bollette in modo da poter stare un po’ di più in acqua. queste persone vivono la vita che amano, non lavorano per nessuno, ma per se stessi per perseguire la loro passione personale. Quello che Blank indica come “l’equivalente in Silicon Valley” è il programmatore o web designer dipendente, che ama la tecnologia e accetta lavori di coding e U/I, per poter perseguire con tali incarichi la sua passione.

La seconda “categoria” è quella che Blank definisce “Small-Business Startups: Work to Feed the Family”. Si tratta della maggioranza delle startup presenti attualmente negli Stati Uniti, nelle quali l’imprenditore è colui che gestisce direttamente l’attività. Si tratta di persone che investono il proprio capitale nel business (o quello preso in prestito da familiari e amici, o dalle banche), assumendo spesso familiari o persone del luogo come dipendenti. Spesso queste attività sono a malapena redditizie, ma nella maggior parte dei casi questi imprenditori sono quelli che Blank definisce più rappresentativi del concetto di “imprenditorialità”, in quanto lavorano con passione e dedizione creando nuovi posti di lavoro a livello locale.

Blank prosegue con le Scalable Startups: Born to Be Big: è questo terzo tipo di startup quello che tutti gli imprenditori e venture capitalist della Silicon Valley sognano. Esempi di questo tipo di startup sono nomi come Google, Twitter, Skype e Facebook: startup in cui i founders lavorano fin dal primo giorno con il desiderio di cambiare il mondo. Il loro scopo finale non è quello di guadagnarsi da vivere, bensì quello di scalare il proprio business e costruire un’azienda che verrà quotata in Borsa o acquisita con profitti di svariati milioni di dollari. Per funzionare davvero, le startup scalabili necessitano secondo Blank di venture capitalist che siano folli almeno quanto i founders: questi ultimi hanno infatti bisogno di ingenti quantità di capitale di rischio per costruire il proprio modello di business ripetibile e scalabile.

Dopo le startup scalabili, Blank esamina quelle che definisce “Buyable Startups: Acquisition Targets”. Blank spiega come negli ultimi anni i costi e i tempi per avviare una produzione nel settore delle applicazioni web e mobile sono diminuiti vertiginosamente. Ciò significa per le startup la possibilità di bypassare i VC tradizionali e rivolgersi a business angels o al crowdfunding per finanziare il proprio avvio. Il rischio per questo tipo di startup è quello di vendere per cifre tra i 5 e i 50 milioni di dollari delle imprese che in realtà potrebbero fruttare miliardi di dollari di profitti.

Blank dedica a questo punto la propria attenzione alle “Social Startups: Driven to Make a Difference”. Le startup sociali sono guidate da imprenditori che non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi di altri settori, in termini di ambizione, passione e voglia di raggiungere gli obiettivi prefissati. La differenza rispetto alle startup scalabili sta nel fatto che il loro obiettivo è quello di rendere il mondo un posto migliore, non gli interessa prendere quote di mercato o creare ricchezza per i fondatori. Queste startup possono essere senza scopo di lucro, a scopo di lucro o ibride.

Infine, Blank spiega quali sono le caratteristiche delle “Large-Company Startups: Innovate or Evaporate”: esse nascono dalla constatazione che il ciclo di vita di una grande azienda è finito e, negli ultimi anni, si è fatto decisamente sempre più breve. Ormai è chiaro che l’approccio “Lean” non è più da riservare esclusivamente alle startup: si tratta di regole e politiche che sono molto utili anche per le grandi aziende già consolidate. Non è più sufficiente, infatti, concentrarsi sull’esecuzione e il miglioramento del modello di business esistente: per sopravvivere nel nuovo contesto economico, le grandi aziende devono puntare ad un approccio innovativo, che riesca a dar vita a nuovi modelli di business attraverso il ricorso a nuovi modelli organizzativi e nuove competenze (trovate qui un altro articolo del nostro blog su questo argomento).

In conclusione, Blank afferma che tra tutte queste tipologie di startup, differenti in termini di obiettivi di mercato, team di lavoro e strumenti di finanziamento, c’è un punto in comune: bisogna cambiare il punto di vista “classico” secondo cui le startup vanno trattate come versioni “in piccolo” delle aziende consolidate e prevedere approcci e strategie innovative che si adattino al nuovo contesto economico e siano il più possibile ripetibili e scalabili.

Napoli, 03/07/2013

 

 

Startup Focus Program: il contest di PoliHub e SAP dedicato alle startup

Startup Focus Program è un’iniziativa dedicata alle idee di business innovative nel settore ICT, organizzata da PoliHub (l’incubatore del Politecnico di Milano) e SAP, azienda leader a livello globale nel settore software per il business.

Gli organizzatori sono alla ricerca di idee imprenditoriali innovative in ambito Big Data, Real Time e Predictive Analysis: possono partecipare persone fisiche con un’idea di business, Startup già costituite ed aziende operanti nel settore ICT.

Tra le idee innovative partecipanti verranno selezionati i 20 progetti più interessanti che parteciperanno allo Startup Forum che si terrà a Milano il 26 settembre 2013 all’interno del SAP Innovation Forum: i partecipanti avranno la possibilità di presentare il proprio pitch di fronte al Comitato di Valutazione (composto da docenti universitari esperti del settore, Executive di SAP e Venture Capitalist), a rappresentanti del network di SAP e a Venture Capitalist: al termine della Pitch Session, verranno selezionati i 3 progetti vincitori.

Il premio riservato ai tre vincitori di Startup Focus Program si compone di una serie di vantaggi: innanzitutto, un periodo di 6 mesi di incubazione presso gli spazi del PoliHub, con la possibilità di entrare a far parte dello Startup Program, il programma di empowerment imprenditoriale offerto dalla business school del Politecnico di Milano.

Inoltre, i tre vincitori entrano a far parte di due programmi di SAP: Startup Focus Program, che permette l’utilizzo gratuito della piattaforma SAP HANA, e HANA Tech Academy, un percorso formativo completo con gli esperti dell’azienda di software.
Altro momento formativo sarà l’evento Teched 2013, cui i vincitori di Startup Focus Program potranno partecipare gratuitamente, durante il quale avranno possibilità di accesso a oltre 1000 ore di formazione sulle tecnologie SAP. SAP garantisce inoltre ai vincitori l’opportunità di entrare a far parte della community internazionale dei suoi esperti e di fare networking con le startup che già partecipano al programma.

Infine, i progetti vincitori di Startup Focus Program concorreranno per un finanziamento di 25.000 euro offerto da Club Italia Investimenti 2, e avranno la possibilità di essere presentati al fondo di Venture Capital SAP Ventures.

Per partecipare occorre compilare il Form di registrazione (disponibile a questo link) entro il 22 settembre 2013: i progetti saranno valutati dal Comitato sulla base di criteri di innovatività, qualità e competenze del team, mercato e potenzialità di business, fattibilità tecnica.

Nei mesi di luglio e settembre 2013, inoltre, saranno organizzati workshop (presso il Politecnico di Milano) e sessioni virtuali di Q&A per offrire ai partecipanti maggiori informazioni: il calendario e i form per l’iscrizione sono reperibili a questo link.

Napoli 02/07/2013

Decreto Lavoro: cosa cambia per le start up innovative e le s.r.l. semplificate e a capitale ridotto?

Il DL n. 76 del 28/06/2013, soprannominato “Decreto Lavoro“, ha introdotto una serie di novità di particolare interesse per le start-up innovative, prevedendo una serie di emendamenti e modifiche al Decreto Sviluppo bis (DL 179/2012, convertito con modificazioni con legge n. 221/2012: qui il testo coordinato) ed apportando delle importanti variazioni alla normativa prevista per le s.r.l. semplificate con conseguenze riguardanti le s.r.l. a capitale ridotto.

Le modifiche introdotte dal Decreto Lavoro, in attesa della conversione in legge, andranno così a modificare il quadro normativo attualmente previsto per start up innovative, s.r.l. semplificate e a capitale ridotto, approfondito qualche tempo fa in questo articolo del nostro blog. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le novità del DL 76/2013, partendo da quelle espressamente riguardanti le start up innovative.

In particolare, le modifiche al Decreto Sviluppo bis riguardano l’articolo 25, che contiene i requisiti e criteri di accesso al regime di agevolazioni previsto per le start up innovative: con il Decreto Lavoro sono previste modalità di accesso meno restrittive, con la conseguenza di poter agevolare un bacino più ampio di nuove imprese italiane.

Innanzitutto, è abrogata la disposizione che richiedeva che la maggioranza delle quote o azioni rappresentative del capitale sociale e dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria fosse detenuta da persone fisiche dal momento della costituzione e per i successivi 24 mesi. Ciò significa che le start up innovative possono prevedere fin dall’inizio la partecipazione di persone giuridiche, come ad esempio spin off universitari e fondi di investimento.

Il Decreto Lavoro si focalizza poi sui tre “ulteriori requisiti” per le start up innovative, riguardanti le spese di ricerca e sviluppo, l’impiego di forza lavoro in possesso di titoli universitari e/o esperienze nel campo della ricerca e la titolarità (o licenza) di una privativa industriale. In particolare:

– è previsto l’abbassamento dal 20% al 15% per quanto riguarda l’importo delle spese di ricerca e sviluppo rispetto al maggior valore fra costo e valore della produzione;

– si aggiunge la possibilità di rientrare nel regime agevolato rivolto alle start up innovative nei casi in cui almeno i 2/3 della forza lavoro della società sia costituita da persone in possesso di laurea magistrale;

– viene estesa la possibilità di utilizzo del regime dedicato alle start up innovative a tutte le società titolari di un software originario registrato presso la SIAE (quest’ultima disposizone è rivolta soprattutto alle start up innovative nel settore digitale).

Come accennato, anche le modifiche apportate al regime delle s.r.l. semplificate rappresentano una novità interessante per le start up innovative, che spesso si costituiscono in questa forma societaria che prevede la possibilità di versare un capitale sociale iniziale di un euro.

Con le nuove previsioni di legge, non è più previsto il limite di età (35 anni) nè per la costituzione nè per la cessione di quote di una s.r.l. semplificata, e decade anche l’obbligo di scegliere gli amministratori tra i soci: a questo punto, non ci sono più differenze sostanziali tra s.r.l. semplificata ed s.r.l. a capitale ridotto.

Il Decreto Lavoro, pertanto, prevede l’abrogazione completa delle società a capitale ridotto, e quelle già costituite e regolarmente iscritte al Registro delle Imprese verranno ridenominate “ex lege” Società a responsabilità limitata semplificate. Con l’approvazione del Decreto Lavoro, quindi, sarà esteso a tutte le s.r.l. “minori” il vantaggio dell’esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti di segreteria all’atto dell’iscrizione al Registro delle Imprese. Le società che decideranno di adottare il modello standard di atto costitutivo saranno inoltre esonerate dal pagamento degli oneri notarili: entrambe le agevolazioni erano in precedenza riservate alle s.r.l. semplificate, mentre le s.r.l. a capitale ridotto ne erano escluse. Infine, si estende anche alle s.r.l. semplificate, inoltre, la possibilità di nominare amministratori che non siano necessariamente soci, come previsto per le s.r.l. a capitale ridotto.

Napoli, 01/07/2013

I prossimi eventi in agenda per startup, imprese ed innovatori campani

Ecco alcune date importanti da segnare in agenda, dedicate a startuppers e innovatori campani:

3 luglio 2013 – HUB Startup & Maker Day
Lo spazio HUBspa di Giugliano (NA) ospita dalle 10 alle 19 una giornata ricca di appuntamenti interessanti.

– ore 10: Il Barcamper del team dpixel effettua le selezioni per WCAP, il programma di accelerazione di Working Capital. Per partecipare occorre registrarsi compilando qui l’apposito repository

– ore 11: Seminario su Arduino e la Digital Fabrication con Filippo Sessa e Antonio Grillo di FabLabNapoli

– ore 16: Workshop sul tema “Startup e Innovazione in Campania: stato dell’arte”, con interventi di Gianluca Dettori e Antonello Bartiromo (dpixel), Antonio Romano (Telecom Italia), Edoardo Imperiale (Campania Innovazione), Pierluigi Vasquez (Italian Business Angel Network Campania) e Giovanni Caturano (Spinvector). Modera Antonio Savarese.
La partecipazione è gratuita, ma occorre registrarsi a questo link

– ore 17:30 Tavola Rotonda sul tema “Esperienze di Innovazione in Campania”, con interventi di Armando Di Nardo (HUBspa), Bruno Uccello (TBIZ), Giuseppe De Nicola (Premio Best Practice), Nicola Formichella (Italiani in mente). Modera Gianluca Dettori.

– ore 18: Pitching Session

9 luglio 2013 – La Campania e le reti di imprese: Strategie, Normativa, Casi di successo
Il PICO (Palazzo dell’Innovazione e della Conoscenza) di Napoli ospita, a partire dalle 9:30, un’iniziativa di TBIZ e Campania Innovazione destinata a supportare le aziende campane nell’accrescimento della propria competitività a livello internazionale.

Sono previste innanzitutto tre conferenze:
La strategia delle reti di imprese, a cura di Prancesco Izzo (Seconda Università di Napoli);
La programmazione regionale per le reti di imprese, a cura di Massimo Varrone (Campania Innovazione);
Il diritto delle reti di imprese, a cura di Gianluigi Oranges (Campania Innovazione).

La giornata prosegue con momenti dedicati alle opportunità per le reti di imprese, case studies e un forum sul tema delle politiche a supporto delle reti di imprese che vedrà la partecipazione,tra gli altri, del Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato.

Per partecipare all’iniziativa è necessario registrarsi a questo link, entro l’8 luglio 2013 (i posti sono limitati).

Si ricorda inoltre che l’8 luglio è anche l’ultimo giorno utile per candidarsi alla partecipazione al Coaching Day “Access to Finance” organizzato da ENEA il 12 luglio 2013, trovate qui l’approfondimento pubblicato qualche giorno fa nel nostro blog.

Napoli, 28/06/2013

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